La nostra storia

Una grande
storia novese

1972: quando la neve era nera

Le problematiche ambientali iniziavano a manifestarsi in tutta la loro criticità già negli anni ’60. Nel cielo di Novi le emissioni di fumi della combustione erano saturi di CO2, azoto e ceneri; i novesi si scaldavano con stufe a carbone e le caldaie dei condomìni bruciavano oli combustibili pesanti, gasolio e gas di cocheria derivato dal carbone. D’inverno la neve si ricopriva di una patina nera di fuliggine e residui di combustione. Fu Armando Pagella, sindaco di Novi Ligure dal 1963 al 1985 a intuire, con straordinaria lungimiranza, che il metano poteva rappresentare l’alternativa energetica pulita, efficiente, sicura ed economica per la città.

AMGAS: oltre la politica, il bene comune

Il percorso tecnico-amministrativo per raggiungere l’obbiettivo fu lungo e complesso. Prevalse infine la volontà di perseguire il bene comune: tutto il ceto politico novese, maggioranza e opposizione, condivise la visione di Armando Pagella. Nel 1972, rilevando dai gestori privati vetusti gasometri e 32 chilometri di tubature di distribuzione del gas, ormai vecchie e malandate, il Comune di Novi costituisce AMGAS (Azienda Municipalizzata Gas). La missione della nuova società pubblica era ambiziosa e tutt’altro che semplice: portare il metano, energia pulita, in tutte le case e al prezzo più basso possibile. E non solo a Novi, come vedremo. Guidata dall’ingegner Mauro Fasolini per la parte tecnica, e Bruno Bottazzi e Francesco Donato per la parte amministrativa, iniziava la grande avventura della neonata municipalizzata; contava in tutto 9 dipendenti.

1978, Novi è tra le prime ciTtà metanizzate d’Italia

Grazie agli ingenti investimenti effettuati negli anni per il rifacimento dell’intera rete e per l’installazione di nuovi contatori, il 1978 si chiude con un fatturato di 2.234 milioni di lire che fa ben sperare per gli investimenti futuri. Il metano può arrivare in tutte le case e nelle aziende, la neve torna candida e i novesi possono inorgoglirsi dello slogan: “…un cielo pulito sotto di noi”. Il metano distribuito e venduto capillarmente anche nelle periferie e nelle aziende diventa l’energia sostenibile che alimenta il volano della crescita sociale, economica e ambientale del territorio.

Novi cantiere a cielo aperto

Obiettivo principe era quello di metanizzare la città, sostituendo e ampliando gli oltre 32 chilometri di una rete di tubi rimasta ignorata così a lungo che per interi tratti sotterranei il gas passava direttamente nella terra. Novi, per anni, è un grande cantiere a cielo aperto: scavi, operai, tecnologie, divennero la rappresentazione della visione grandiosa di una città in evoluzione.

La crescita

A partire dal 1986, alla rete novese si aggiungono la costruzione di quelle di Rocca Grimalda e Molare, quindi Arquata Scrivia e la Val Borbera, per un totale di 22 comuni serviti. Dagli originari 32 chilometri la rete si sviluppa sino agli attuali 473 chilometri; i metri cubi/anno di metano distribuiti negli impianti crescono da 1,5 milioni agli attuali 46 milioni. E, grazie alla politica tariffaria improntata a qualità, sicurezza e risparmio, i clienti e i contatori allacciati crescono da 3.567 a oltre 26.000. Nel frattempo, acquisendo la gestione dell’acquedotto, AMGAS diventa AMGA, Azienda Municipalizzata Gas e Acqua. Il 1999 vede infine la nascita del gruppo ACOS spa.

2000 la liberalizzazione: chi vende il gas non può distribuirlo

Nel 2000 il DLGS164/2000 cd Decreto Letta impone la “liberalizzazione” delle reti gas. Sta a dire che tutte quelle municipalizzate lungimiranti che, come Amgas prima e ACOS poi, si sono costruite una rete locale di distribuzione per potere vendere in esclusiva il gas sul proprio territorio, dovranno mettere a disposizione di tutti gli altri venditori di gas concorrenti
la propria rete di tubi e contatori. Le regole sono stringenti: Acos, al pari delle altre aziende locali italiane, non potrà più esercitare – in esclusiva – sia la distribuzione sia la vendita del metano nelle proprie reti. Il fine è quello di stimolare la libera concorrenza tra i vari venditori su tutto il territorio italiano a beneficio dei consumatori.

2011 reti

La norma stabilisce inoltre che l’attività industriale di distribuzione locale del metano debba essere separata da quella commerciale della vendita. In ottemperanza alle norme legislative, nel 2003 ACOS costituisce Acos Energia per la vendita, e nel 2011 RETI per la distribuzione del gas. RETI dovrà gestire le manutenzioni di cabine, tubi e contatori e garantire il libero transito del gas nella rete a tutti i venditori in concorrenza tra loro, Acos Energia compresa. Per il servizio di distribuzione del metano, i venditori dovranno corrispondere a RETI una tariffa al metro cubo, uguale per tutti, fissata e controllata da ARERA, autorità governativa di controllo. Esclusivamente dai proventi tariffari, la nuova società RETI dovrà trarre le risorse per investimenti in tecnologie di progettazione, sviluppo, controllo, sicurezza della rete, manutenzioni, e gestione delle emergenze. Attualmente, con un fatturato annuo di oltre 5 milioni di euro e 26 dipendenti, RETI, nel triennio 2019-2021, ha già investito 2 milioni di euro in tecnologie di controllo e iniziato la posa in opera di nuove con- dotte predisposte per la sfida del futuro: la decarbonizzazione. E il trend di investimenti strutturali continuerà con lo stesso ritmo perché quel “… cielo pulito sotto di noi”, possa sempre più divenire anche: “..il cielo pulito sopra di noi”.

Reti, le sfide future: obbiettivo decarbonizzazione

Le reti fisiche hanno un grande valore per il territorio che le ospita, perché non sono delocalizzabili e non lo è il lavoro che serve per il loro mantenimento e la loro sicurezza. Tuttavia vi sono anche scenari nuovi generati dalla transizione verde che si pone l’obiettivo della riduzione dei combustibili fossili, tra cui rientra proprio il gas naturale.
SNAM è riuscita a trasportare una miscela di gas e idrogeno nelle reti di distribuzione attualmente in uso. I dati confermano che l’immissione di idrogeno in percentuali, fino al 10%, negli impianti di RETI non comporta particolari criticità. Il target è trasportare nel 2050 gas interamente decarbonizzato: un mix di idrogeno e biometano, rilanciando così, a distanza di 50 anni, le ambizioni di RETI. La proprietà e il controllo pubblico dell’infrastruttura sarà determinante; una rete quella del gas, che dovrà affrontare costi di adeguamento ma che già esiste e non dovrà essere costruita ex novo.

Il coraggio di ieri i servizi di oggi

Grazie a quella comunità di amministratori pubblici che, negli anni ’70, seppe condividere l’obbiettivo del bene comune, e a quei pionieri visionari che 51 anni fa fecero l’impresa oggi, il Gruppo ACOS, di cui RETI è parte integrante, è una multiutility che assicura servizi essenziali nei settori energetici, ambientali, idrici e gestione calore di un vasto territorio (Tortona, Ovada, Novi, Alessandria e Val Borbera) con le garanzie e i vincoli imposti dal controllo pubblico. Sono infatti 22 i Comuni azionisti del Gruppo e 101 quelli raggiunti da almeno un servizio del Gruppo Acos. Un bene comune che oltre a servizi efficienti produce occupazione per oltre 430 addetti e altrettanti nell’indotto.

Acos top 100

Il 9 marzo 2023, gli impegni storicamente perseguiti da Acos conducono a un importante riconoscimento ottenuto presso la Camera di Commercio di Milano. Grazie all’attenzione verso i consumatori e al territorio, la sostenibilità sociale e ambientale, gli investimenti in tecnologia, la comunicazione e le performances operative, Acos viene inclusa tra le 100 TOP Utility nazionali (su 416) valutate da Utilitalia, la federazione delle multiutility italiane operanti nei servizi pubblici dell’acqua, dell’ambiente, del gas e dell’energia elettrica. Il riconoscimento che, dello spirito delle origini, a 51 anni dalla fondazione, in Acos è rimasta intatta la vocazione pubblica e quella cultura d’impresa che continua nella sua missione di erogare servizi essenziali con efficienza ed economicità.